Continua il viaggio di Wesuvio tra le ville vesuviane, meglio note come ville del “Miglio d’Oro”.
Questa volta…Ricominciamo da tre!
E non solo perché andremo a presentare la terza villa che insieme ad altre fa dell’area vesuviana uno dei territori con più alta concentrazione di luoghi storici ed artistici da visitare, ma anche perché Villa Vannucchi, oltre ad essere teatro di rassegne culturali, è nota al pubblico per essere apparsa nelle scene iniziali del film “Ricomincio da tre”, dove Lello Arena chiama a squarciagola Massimo Troisi.
Villa Vannucchi, sita nel comune di San Giorgio a Cremano, fu voluta da Giacomo d’Aquino di Caramanico (gentiluomo di camera di Carlo di Borbone), il quale acquistò nel 1755 alcune proprietà dei discendenti di Giovanni Battista Imparato che consistevano in due complessi edilizi, una casa palaziata con casino alla romana e una masseria di quattordici moggi con bosco.
Nel corso degli anni la villa fu oggetto di cambi di proprietà. Fu venduta dapprima nel 1851 al conte Carlo Van den Heuvel e poi, nel 1912, alla famiglia Vannucchi.
Purtroppo come quasi tutte le ville vesuviane anche Villa Vannucchi visse il suo periodo decadente. Nel 1980 l’immobile fu gravemente danneggiato dal sisma, tanto che fu necessario costruire numerose centinaia di supporti per gli archi di tutta la struttura. Durante questo periodo parte dei giardini venne occupato abusivamente e destinato alla coltivazione di ortaggi per opera di privati. Villa Vannucchi rivide la luce in occasione dell’acquisizione del patrimonio da parte del comune di San Giorgio a Cremano. Da tale momento, per nostra fortuna, è stata a lungo interessata da estesi lavori di restauro, che sono terminati nel 2006. Tre anni dopo è stato ultimato anche il riassetto del parco, riportato agli antichi splendori grazie ad un rifacimento che si è ispirato alla mappa settecentesca.
Dal punto di vista architettonico Villa Vannucchi si presenta come una delle più imponenti della zona vesuviana, come dimostra il prospetto firmato da Donnamaria che prevede, in alternanza alle lesene corinzie, un doppio ordine di balconi dotati di ringhiere in ferro battuto e timpani curvi posti senza ornamenti davanti alle finestre del piano nobile. A completamento del progetto architettonico della dimora, troviamo la cappella dedicata all’Immacolata, una sagrestia, una sala della musica e una ex scuderia adibita a teatro.
All’interno si possono ammirare varie decorazioni in stucco rococò.
Il prospetto posteriore è costituito da una serie di arcate, logge e porticati e si apre sul magnifico giardino all’italiana progettato da Pompeo Schiantarelli nel 1783, la cui vastità è pari al bosco di Portici. Il giardino presenta un lungo viale che parte da una quinta ad esedra posta in fondo al cortile e giunge ad una fontana monumentale posta al centro e formata da quattro vasche laterali disposte simmetricamente in diagonale. Da qui si dipanano a “raggiera” quattordici viali che tagliano il giardino per esteso fino al limite della proprietà. Nel giardino sono conservati ancora oggi esemplari di alberi di canfora, pini, lecci, palme, magnolie, datteri, cedri, mimose e albicocchi.
Tutti elementi che fanno di Villa Vannucchi una delle “gemme” più preziose dell’ area vesuviana che merita senz’altro di essere visitata!