Il mese di giugno “Eccellenze Vesuviane” vede protagonista la fotografia con Roberta De Maddi che, con la sua mostra “I cambi d’abito del Vesuvio”, già grande successo di pubblico e critica sin dalla sua inaugurazione al Palazzo delle Arti di Napoli, sta toccando varie tappe vesuviane. Dopo la particolare installazione a Torre del Greco in Santa Maria del Principio nell’ambito della manifestazione “Scrigni Vesuviani” e la tappa di Villa Signorini ad Ercolano per l’evento “Moda all’ombra del Vesuvio”, il talentuoso punto di vista della fotogiornalista dell’Huffington Post si mostrerà al Caffè letterario le Scuderie di Villa Favorita al centro del Miglio d’Oro. E noi cogliamo l’occasione per conoscerla meglio con questa bella intervista curata per Wesuvio da Maria Riatti di www.pompeiitaly.org responsabile della comunicazione del neonato network di realtà vesuviane “Scrigni Vesuviani”. Buona lettura!
Wesuvio: Conosciamo Roberta, raccontaci qualcosa di te
Roberta De Maddi: Sono una fotogiornalista, ho 28 anni e sono di Napoli. Ho iniziato il lavoro di giornalista a 22 anni con il quotidiano Roma, scrivendo prevalentemente di cronaca. Ho proseguito la carriera a Il Mattino e ora sono approdata all’ HuffingtonPost. Da poco ho iniziato una nuova avventura con il Sindacato Unitario Giornalisti Campania di cui sono vice segretario.
Fotografo professionalmente da circa 4 anni, ho iniziato da autodidatta facendo mille prove ed esperimenti, la maggior parte di questi per strada, mi sono appassionata di street photography e ancora oggi me ne occupo. Ho seguito diversi corsi che mi hanno permesso di specializzarmi come ad esempio un workshop con Eolo Perfido, l’assistente di Steve Mc Curry, e uno con il Ministero della Difesa organizzato dalla FNSI come embedded, giornalista in aree di crisi.
W: Come ti sei appassionata alla fotografia?
RdM: Già a 11 anni, mi piaceva fotografare quando viaggiavo con la mia famiglia , allora usavo una macchinetta analogica, una Canon che mi aveva regalato mio nonno, anche lui appassionato di fotografia. Per un pò ho smesso, non so perchè. Quando ho iniziato la mia carriera di giornalista, non mi occupavo di fotografie, scrivevo di cronaca, a volte di economia e di cultura. Grazie ad un mio collega, diventato, poi, il mio compagno, mi sono appassionata nuovamente alla fotografia dopo aver visto un reportage fotografico fatto in Africa. Questo succedeva quando avevo 24 anni.
W: Cos’è per te la fotografia?
RdM: Il modo con il quale mi racconto, mostrando pezzi di vita non miei. Credo che quando trovi quella cosa per la quale sei disposto a sacrificarti, per cui non dormi la notte, e che ti riesce a far concentrare ed incanalare le energie allora puoi dire di amarla sul serio.
W: Quindi nei soggetti che fotografi c’è sempre qualcosa di te?
RdM: Si, nei paesaggi, nei ritratti,anche in una scena di rabbia, c’è una piccola sfumatura di me. Ma credo valga così per tutti. Io dico sempre: “Se metti 50 fotografi davanti ad una stessa scena, non fotograferanno mai la stessa cosa”
W: Hai avuto difficoltà nel tuo lavoro per il fatto di essere così giovane e soprattutto donna?
Beh si, ma ho trovato sempre il modo per risolvere, se voglio e devo fare un lavoro, per me è l’unica cosa importante e quindi vado sempre avanti.
W: Ora stai portando in giro, la mostra personale “I Cambi d’abito del Vesuvio”, questa è la tua prima mostra?
RdM: No, in passato ho già fatto altre mostre, in Campania ma anche a Milano, ad esempio ho fatto un reportage sull’incendio della Città della Scienza a Bagnoli, fotografando l’incendio la notte e ciò che avvenuto a seguire. Altri lavori riguardano alcuni viaggi all’estero, foto di persone, prediligo moltissimo i paesaggi e le foto di cronaca, che sono il mio primo amore.
W: Perchè hai scelto il Vesuvio come soggetto per questo tuo lavoro e cosa racconta di te?
RdM:Sono una persona a cui piace viaggiare moltissimo e per questo ho maturato l’idea che in ogni posto in cui si va si prende come riferimento una cosa o una persona che diventa ciò che si porterà nel cuore di quel luogo anche andando avanti negli anni.
Mi sono accorta che se andassi via da Napoli, nonostante ci sono tantissime cose che amo qui, il mio punto di riferimento, forse banale, sarebbe il Vesuvio. E allora ho deciso di ritrarlo nella maniera più poliedrica possibile, perchè lui sempre uguale non è.
Il Vesuvio cambia continuamente con le luci, i colori, ha mille sfumature come me. Mi definisco un “vulcano” di idee anche io perchè non sto mai ferma e se non mi sto dedicando a qualcosa in particolare, sto comunque già pensando di farne almeno 3
W: Da dove sono state scattate le foto?
RdM: Quasi tutte dal centro storico, da angoli nascosti da cui si apriva la vista sul golfo. Niente Posillipo e niente pino a lato, troppo tradizionalista.
W: Come secondo te il Vesuvio influenza i Vesuviani?
RdM: I vesuviani hanno un modo tutto loro di rapportarsi al Vesuvio, nel senso che è come se fosse linfa per loro; è paradossale visto che dovrebbero provare paura ad abitarci ai piedi. Una signora di Ercolano una volta mi raccontò che lei guardava il Vesuvio e si sentiva protetta. Prima di questa mostra, conoscevo poco i paesi vesuviani ma ora ho avuto la possibilità di conoscere persone e luoghi fantastici.
W: Il complimento più bello che hai ricevuto, e quello più brutto?
RdM: Il complimento che più mi ha colpito è stato quello di un bambino sugli 8-9 anni che mi ha detto: “Anche io vedo le tue nuvole su quella montagna.. le hai fatte venire benissimo!” Una tenerezza indicibile.
Di brutti non ne ricordo, almeno non che me li abbiano detti personalmente.
W: Progetti per il futuro?
RdM: Prossimamente questa mostra proseguirà il tour fuori dalla Campania, a Venezia. In cantiere però c’è qualcosa che ha sempre a che fare con il territorio vesuviano.
Ci sono due progetti nuovi totalmente diversi ma posso solo dirti che hanno sempre a che fare con la promozione del territorio, uno riguarda Torre Annunziata e l’altro Torre del Greco-Ercolano.
W: Grazie a Roberta De Maddi per questa intervista e per la passione che mette nel suo lavoro.
RdM: Grazie a te per l’intervista, vorrei aggiungere che buona parte di quello che sono riuscita a realizzare è grazie alla disponibilità di persone che hanno lavorato con me, che hanno creduto in quello che volevo fare.