Se si vuol conoscere in pieno le terre situate all’ ombra del Vesuvio bisogna sforzasi nel concepirle come un “paniere” copioso di ingredienti e prodotti di ogni specie: cultura, storia, antiche leggende, bontà enogastronomiche, contaminazioni linguistiche e soprattutto usi e costumi popolari di ogni tipo.
Tra questi compongono una lista senza fine i più “sui generis” detti e modi dire locali. Ce ne sono davvero tanti e soprattutto appropriati per per ogni occasione!
Fra i detti piu’ diffusi e maggiormente usati nelle terre vesuviane troviamo “Nun fa ‘o Mastuggiorgio!’
Ma in effetti, quale significato si cela esattamente dietro questo modo di dire ? Come e’ che nasce? Chi era questo Mastuggiorgio?
Scopriamolo insieme!
Il termine “Mastuggiorgio” di fatto fonda le sue origini nell’accezione più negativa di un antico mestiere che solo con il tempo, attraverso una trasformazione del suo significato, ha assunto senza dubbio una sfumatura più positiva e al contempo stupefacente.
La storia racconta, infatti, che questo mestiere antico veniva associato alla professione dell’infermiere, in particolare a quella figura che prestava il suo servizio tra le mura di istituti di igiene mentale più comunemente conosciuti come manicomi, supportando lo psichiatra nella cura e nell’assistenza del paziente.
“‘O Mastuggiorgio” si distingueva pero’ dal semplice infermiere per alcune sue prerogative caratteriali che si riflettevano nel suo modo di operare: era un uomo distaccato, poco empatico, freddo e soprattutto forte, caratteristica questa che senza scrupolo alcuno gli permetteva di agire con forza nei confronti dei pazienti affetti da disabilità mentali spesso ricorrendo a metodi poco ortodossi quali l’utilizzo di camicie di forza e fruste.
Purtroppo in quei tempi l’uso della repressione e della forza era considerata uno dei più efficaci metodi di trattamento della malattia mentale, soprattutto nei casi più gravi.
Alcune fonti lasciano intuire come questo “approccio terapeutico” fosse di fatto, parte delle metodologie messe in atto dal dott. Giorgio Cattaneo vissuto nel XVI secolo il quale prestava servizio all’interno di istituti di igiene mentale di Napoli.
Fu pertanto in tale contesto che ebbe origine l’associazione tra l’infermiere degli infermi di mente e ‘O Mastuggiorgio.
Con il tempo l’accezione negativa di tale figura è andata scemando fino a lasciare spazio alle sole caratteristiche positive che per l’appunto si sono “incarnate” nel detto “Me pare nu Mastuggiorgio!”
Colui il quale oggi pronuncia queste parole, lo fa per mettere in risalto del soggetto nei confronti del quale le si esclama la sua capacità di affrontare e gestire le situazioni con determinatezza e fermezza, insomma il suo essere sicuro di se.
Tuttavia, in taluni casi, l’ espressione è utilizzata per indicare una persona un po’ troppo altezzosa e presuntuosa che in ogni contesto si reputa in grado di tenere la situazione sotto controllo andando spesso oltre i suoi limiti.
E’ in questi casi che il detto assume la caratteristica di monito e diventa: “Nun fa ‘o Mastuggiorgio!”.