Da quella antica fino alle più moderne espressioni della pittura, il Vesuvio nell’arte è stato sempre oggetto prediletto di rappresentazione. Serafico o fumante, tranquillo o esplosivo, protagonista assoluto ovvero comprimario eccellente in paesaggi napoletani, il vulcano più celebre al mondo ha ricevuto le attenzioni di pittori provenienti da ogni luogo ed é stato raffigurato con le più svariate tecniche pittoriche.
Il fascino del Vesuvio nell’arte, incombente su un golfo magnifico e della sua spettacolare e terrificante forza, non ha risparmiato Joseph W. Turner che, nel 1819, attraverso l’arte, dedica una serie di acquerelli al Vesuvio ed al fenomeno eruttivo. Uno in particolare diviene celebre per l’intensità ed i contrasti cromatici vibranti e per la sapiente rappresentazione della luce.
In questa tela si esprime bene la cifra dell’arte di Turner, non a caso universalmente riconosciuto come “pittore della luce” ed inoltre traspare il suo interesse per la geologia ed i fenomeni eruttivi che ben si prestano ad esprimere il senso del “sublime” caratteristico dei suoi paesaggi. Amico di geologi importanti e appassionato egli stesso di geologia e vulcanologia in un’epoca di grande ribalta per queste materie, riesce ad imprimere con l’arte, a questa tela dalle piccole dimensioni, una carica vibrante straordinaria, in un gioco di contrasti non solo tra la luce violenta e quasi mistica del momento eruttivo e le ombre, ma anche tra la parte alta in cui protagonista è l’eruzione, e la parte bassa in cui, l’apparente calma degli spettatori posizionati sulla spiaggia, rassicura in qualche modo chi guarda l’opera d’arte. La grande sapienza nel rendere la luce e l’abilità nel renderla protagonista delle sue opere, fanno di Turner uno dei precursori delle correnti artistiche successive e di questa opera uno dei lavori più riusciti e famosi sul Vesuvio immaginato nel momento dell’eruzione.