Nato a Torre del Greco il 13 agosto del 1912, Albanese è stato senza dubbio alcuno tra i più illustri tenori e attori italiani.
Dotato di una potenza vocale senza eguali , si trasferì quando era ancora molto giovane negli Stati Uniti d’America dove perfezionò la sua tecnica a Boston, cosa che gli valse la vittoria di un concorso nazionale molto importante.
Nel 1937, dopo esser tornato nella sua amata Italia, incise due tra le più belle canzoni del repertorio classico napoletano “‘A vucchella e Luna nova”, per poi nell’anno successivo interpretare la colonna sonora del film “Napoli che non muore” di Amleto Palermi.
In seguito si affermò nel panorama artistico italiano come protagonista di “Canto, ma sottovoce… ” di Guido Brignone .
Il suo esordio sulla scena lirica avvenne il 10 giugno del 1940 in “Alceleste” al Teatro dell’Opera di Roma , per poi inanellare un altro successo nel 1942 come “La Cenerentola” alla Fenice di Venezia.
Queste due opere rappresentarono per Francesco Albanese un pass par tout per i principali teatri lirici italiani ed esteri.
In particolar modo fu apprezzato in Spagna, in Germania, Sudamerica e Portogallo. Nel 1952 avvenne per lui l’incontro artistico con l’inarrivabile Maria Callas in occasione del cantò Maggio Musicale Fiorentino nella ripresa di Armida , Medea e La Traviata .
Nel 1961 Il tenore vesuviano si ritirò dalle scene con “lo schiavo di sua moglie” di Francesco Provenzale, che ebbe un gran successo al San Carlo di Napoli.
Francesco Albanese, torrese di nascita e figlio del Vesuvio, resta senza ombra di dubbio uno tra i tenori più importanti che il nostro Belpaese abbia mai dato i natali.