“O Munaciello: a chi arricchisce e a chi appezzentisce”, diceva l’ antico detto. Vi stiamo raccontando una delle più note ed antiche storie popolari della cultura partenopea-vesuviana. Infatti “O Munaciello”, letteralmente piccolo monaco, è senza ombra dubbio una delle figure esoteriche più caratteristiche e note e della tradizione vesuviana.
Ma chi è “O Munaciello” ?
A cosa si deve la sua notorietà?
Si tratta di un leggendario spiritello rappresentato come un ragazzino deforme o più in generale come un uomo dalla statura bassa, un personaggio che ricorda uno gnomo, che indossa un saio e scarpe con fibbie argentate.
La sua leggenda ha origini antichissime. Secondo molti, sarebbe realmente esistito durante il regno di Alfonso V d’Aragona. In quell’epoca, come raccontato dalla storica e giornalista Matilde Serao, era di pubblico dominio a Napoli il legame amoroso tra Caterina Frezza, figlia di un ricco mercante di stoffe, e Stefano Mariconda, un povero ed umile garzone. La coppia, per non farsi scoprire dalla famiglia di lei, si incontrava al calar della notte di nascosto.
Il ragazzo raggiungeva Caterina a casa sua attraversando un pericoloso sentiero e saltando sui tetti di Napoli. Una notte, per sua sfortuna, cadde nel vuoto perdendo la vita. La povera Caterinella fu rinchiusa poco dopo in un convento, dove partorì un bimbo frutto di quella innocente relazione considerata dai suoi clandestina.
Il bimbo nacque però deforme e la giovane madre cominciò a vestirlo usando un saio dotato di cappuccio, simile a quello che indossato dai frati domenicani. Divenuto ragazzino iniziò ad essere deriso per le strade della città e tutti iniziarono ad appellarlo con il soprannome di “O munaciello”. La sua inaspettata morte fu avvolta dal mistero, poco dopo infatti delle ossa di nano furono trovate in una cloaca alimentando inevitabilmente i sospetti intorno alla famiglia Frezza.
Il popolo raccontava di continuare a vederlo per le vie della città e a collegare al suo desiderio di vendetta tutti gli eventi sfavorevoli che si accadevano.
Questa misteriosa figura, intorno alla quale ancora oggi ci si interroga se sia il frutto di racconti popolari o se davvero esistita, si manifesterebbe in diverse forme: in modo affettuoso ed ironico quando lascia soldi e monete celati all’interno delle case o si rende protagonista di piccoli scherzi che diventano fonte di numeri da giocare al bancolotto, in maniera dispettosa quando invece nasconde e rompe oggetti o addirittura soffia nelle orecchie di chi sta beatamente dormendo.
‘O Munaciello quindi si manifesterebbe a seconda dei casi in maniera benevola o dispettosa, atteggiamento questo che ha dato origine all’antico detto col quale esordisce questo articolo, cioè “O Munaciello: a chi arricchisce e a chi appezzentisce”.
Ad ogni modo con qualsiasi finalità esso si presenterebbe nelle case, secondo il folclore popolare, non bisogna mai in ogni caso rivelarne la presenza a meno che non si voglia essere perseguitati dalla cattiva sorte. Anzi, sempre secondo la tradizione, lo si può propiziare mettendo a sua disposizione qualcosa da mangiare, che potrà essere mutato da lui in oro. Addirittura la credenza popolare giustifica spesso l’improvvisa fortuna di molti con il suo intervento, al punto che allorquando qualcuno beneficia di un improvviso arricchimento, si e’ soliti dire “Tenarra’ o’ Munaciello dint ‘a casa”!
E voi? Avete mai avuto il piacere di conoscerlo?