MIGLIO D'OROPORTICIVESUVIANO

La storia di Palazzo Amoretti a Portici

Il Palazzo Amoretti a Portici inaugurato nel 1744, appartiene al lungo elenco delle ville vesuviane del Miglio d’Oro.

Il luogo dove sorge l’edificio era di proprietà della famiglia Amoretti sin da prima, in quanto anche la celebre Mappa del Duca di Noja nel 1701 identifica quel terreno come “luogo Amoretti”.

L’idea della costruzione del palazzo è del canonico Giovanni Vincenzo Amoretti, che diede mandato all’architetto Giovanni del Gaizo per l’ideazione del progetto. Inoltre si decise di impiantare una nuova vegetazione che diede nuovo vita a questo luogo, prima poco sicuro e periferico a luogo salubre ed ospitale. Prima di iniziare i lavori si dovette rendere l’area agibile tagliando e rimuovendo le lastre di lava solidificate che ricoprivano l’intera zona.

L’edificio si sviluppa attorno a due cortili, con una facciata decorata a stucco che mette in risalto la parte centrale e il portale d’ingresso. Sono presenti due edicole votive, rispettivamente dedicate a San Nicola e alla Madonna Immacolata.

Molto bella al suo interno era la Cappella, dove era possibile ammirare la preziosità dell’altare maggiore; mentre non vi è traccia della vecchia farmacia, che viene ricordata da una lapide.

Si riporta di seguito il testo tradotto in italiano:

“Avendo il regio imperio, per la felicità del secolo Carlo Infante di Spagna Giovanni Vincenzo Amoretti già supervisore dei cimeli del Duomo di Napoli, essendo votato al pubblico bene, acquisì con grandi spese un luogo saluberrimo per la purezza dell’aria e del sole, per il Vesuvio e gli altri monti per le tante ville vicine per il mare sicuro e soprattutto bellissimo per la festosa vista della città di Napoli. Rimosse dovunque grandissime rocce del Vesuvio e un miscuglio di pietre eruttive; aprì tre vie diritte per i carri al posto di quella esistente, tortuosa e sdrucciolevole, E qui non solo edificò questa sua grandissima dimora, con sale da pranzo, stanze da letto, grandi finestre da cui entrano ed escono gli zefiri per il diletto degli ospiti; ma, per la voglia di migliorare, piantò anche vigneti ombrosi ed ameni, ed orti adiacenti. E dato che tanta bellezza mancava di acqua corrente, costruì pozzi e fonti d’acqua buonissima. Essendo poi provvidentissimo rispetto alle necessità della vita, costruì con cura ogni genere di negozio ed una sontuosissima farmacia; oltre alla cappella per le opere di culto, nobilissima per la frequenza del sacrificio più alto e di sermoni sacri. Questo Amoretti, già lodevole per le tante doti, poiché è troppo a modo, non ama stare isolato; e merita il più alto riconoscimento, giacché l’amicizia degli uomini buoni ed eleganti sempre risplende”.

palazzo amoretti

Gli storici descrivono la Cappella con tre altari e che fu costruita nel 1750 e dedicata alla Concezione

L’edificio diventa punto nevralgico di tutti i viaggiatori stranieri che solente si recavano al Palazzo Reale di Portici e a villa D’Elboeuf richiamati dalle mostre di cimeli provenienti dai vicini scavi di Ercolano e Pompei. Tra le personalità più note ed importanti che qui hanno risieduto si ricordano l’imperatore d’Austria Giuseppe II, che soggiornò qui per quindici giorni.

Alla morte di Giovanni Vincenzo Moretti, nel 1764, il palazzo prima divenne proprietà del fratello, per poi, in mancanza di eredi passare alla Congregazione delle Conferenze Spirituali di Napoli, che usò le rendite per Opere Pie. Successivamente l’edificio divenne proprietà del cardinale Hohenlohe e solo in tempi recenti è di proprietà del Comune di Portici ed è stato destinato ad edificio pubblico per farne sede scolastica.

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