A notte inoltrata, in cima al Vesuvio fa ritorno a casa, dove l’aspetta il fidato corvo domestico Gennarino, una furibonda Amelia. Ancora una volta la “strega che ammalia” residente in cima al vulcano, ha fallito il furto della leggendaria numero 1 di Zio Paperone. Ma ci riproverà presto, possiamo starne certi.
Chi non conosce la fantastica epopea di Amelia Amelia la strega del Vesuvio e Zio Paperone, mitici paperi della scuderia Walt Disney? Ma perché il disegnatore Carl Barks ebbe la geniale idea di concepire la strega Amelia come una vesuviana doc?
La storia affonda nel passato e trae origine da una della tante affascinanti storie popolari nate in terra vesuviana.
La storia che raccontiamo parte in seguito alla violenta eruzione del Vesuvio del 1858. La lava copiosa cosparse ampie zone di territorio alle falde del Vesuvio provocando ingenti cambiamento morfologici.
La leggenda narra che, dopo questo evento catastrofico, gli abitanti vesuviani presero a sentire, puntualmente ogni notte, delle urla molto forti e sofferenti che minavano la pace notturna. Non riuscendo a comprendere l’origine di tali urla, i vesuviani decisero di rivolgersi ad una vera e propria “fattucchiera” che viveva proprio alle falde del Vesuvio ed era soprannominata “‘a vecchia ‘e Mattavona”.
La donna, trovato un compito degno della sua “professione”, non esitò ad accettare e si fece accompagnare lì dove tutti pensavano avesse origine l’urlo. Prese a pronunciare frasi e parole misteriose che, immancabilmente, ebbero il loro effetto visto che le urla non si sentirono più.
Gli abitanti della zona alle falde del Vesuvio, soddisfatti per la riuscita dell’incantesimo tornarono a fare sonni tranquilli.
E proprio a questa storia tramandata dal popolo vesuviano ed alla figura de “a vecchia ‘e Mattavona” si ispirò il mitico disegnatore statunitense Carl Barks. Nel 1961 dalla sua penne uscirà Magica De Spell, la nostra Amelia, papera vesuviana dalla tipica bellezza (o meglio paper-bellezza) mediterranea. Vulcanica e fumantina, fa la sua prima comparsa nel dicembre del 1961 nella storia “The Mida’s touch”, uscita in Italia nell’aprile del 1962 con il titolo di “Zio Paperone e la fattucchiera”. Da allora sarà una continua e poco fortunata caccia alla moneta talismano di zio Paperone.
Amelia la strega del Vesuvio non si arrenderà mai e poi mai e continuerà imperterrita a creare pozioni magiche servendosi del calore vulcanico del Vesuvio, stando sempre attenta ad evitare il suo nemico numero due: l’aglio!
E’ possibile visitare la casa di Amelia sul Vesuvio percorrendo il sentiero della Riserva Tirone che collega la Strada Provinciale Vesuvio con la Strada Matrone di Trecase. All’interno di una delle costruzioni utilizzate come postazione antiaerea durante il secondo conflitto mondiale, é stata ricreata l’abitazione della maliarda Amelia per far entrare il visitatore nell’atmosfera magica che Carl Barks immaginó come rifugio domestico della strega. Non manca tutto il necessaire per pozioni, incantesimi e affini.
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