Nella città di Castellammare di Stabia c’è una zona che costeggia il fianco del monte Faito, nota come Quisisana. Il nome sembra provenire dalla composizione di “qui si sana”, frase di Carlo II d’Angiò che in quella zona si recò per guarire da una malattia.
Quisisana è ancora oggi una zona con vista stupenda sul golfo di Napoli, sicuramente tra le più belle dell’intero golfo, dove è possibile apprezzare sia le città sottostanti sia l’imponenza del Vesuvio sul golfo stesso.
Se è così bella ora, quando l’edilizia e l’essere umano hanno preso il sopravvento, spesso in malo modo, sulla natura, figurarsi cosa poteva essere nel lontano 1200 quando fu costruita una grandiosa villa, ancora oggi ammirabile nel suo splendore.
Vi parliamo della Reggia di Quisisana, luogo dove fu probabilmente pronunciata quella famosa frase reale, perché era proprio lì che soggiornò re Carlo.
La data di costruzione è posta intorno al 1200 sia perché così riportato da fonti relative a Carlo I, sia perché se ne parla in una novella del Decameron di Boccaccio.
La villa fu vissuta molto dagli Angioini nel periodo estivo, i quali l’ampliarono anche come struttura. Dopo di loro, quindi con Aragonesi e Vicerè non ci furono cambiamenti, fino a quando finì nelle mani dei Farnesi e si avviò un costante declino.
Con i Borbone nel 1700 la villa fu restaurata assumendo l’attuale struttura a “L”, si ampliò il giardino e intorno si costruirono diverse strutture, tra cui una chiesa. Tutto ciò contribuì a far diventare la Reggia di Quisisana un importante luogo del codiddetto “Grand Tour”.
Dopo l’Unità d’Italia la Reggia passò prima nelle mani dello stato e poi in quelle del comune di Castellammare che la cedette a privati. Da quel momento l’edificio iniziò la sua storia come albergo, aspetto che mantenne spesso nella storia da quel momento.
Dopo gli anni intorno alla prima guerra mondiale, in cui fu prima collegio e poi ospedale militare, si ripristinò l’uso alberghiero. Questa volta fu noto come Royal Hotel Quisisana, un fiore all’occhiello riportato anche sul Touring Club degli anni 30, presentandosi con ben 200 camere.
Purtroppo anche la seconda guerra mondiale lo trasformò in ospedale militare e l’uso alberghiero successivo, negli anni 60, non fu come il precedente. La struttura pian piano andò in rovina, subendo anche crolli dovuti al terremoto del 1980.
Finalmente negli anni 2000 è iniziata l’opera di restauro completata nel 2009. Questo ha fatto sì che La Reggia possa essere utilizzata per concerti ed eventi.
A momento si tratta in ogni caso di un utilizzo sporadico ed è in atto un trasferimento di materiale archeologico delle ville di Stabia, dal Antiquarium della città alla Reggia, rendendola quindi museo.
Speriamo questo progetto possa proseguire in modo tale che questo palazzo dal passato glorioso possa divenire un importante museo di un’altrettanto importante zona archeologica a cavallo tra la costa vesuviana e quella della penisola sorrentina.