Non è così inusuale e strano che dalle nostre parti si possa sentire qualcuno che insulti o prenda in giro all’altro dicendo “me pare nu pesce pigliato ca botta!”, o anche “ma guardalo, è nu pesce pigliato ca botta!”
Un espressione popolare, spesso usata come insulto o sfottò, molto diffusa nel dialetto partenopeo e tra i dialetti vesuviani.
Le sue origini sono molto antiche, ma si tratta di un modo di dire che è rimasto “in voga” fino ai nostri giorni fino rappresentare uno dei detti più frequentemente utilizzati. Probabilmente per concretezza nel significato, per la sua capacità di rendere bene l’idea di ciò che in effetti sottende e soprattutto per la sua componente ironica,
Ed in effetti è molto difficile, se non impossibile, trovare qualche abitante vesuviano che non abbia mai pronunciato o sentito esclamare questo folcloristico detto almeno una volta nella vita!
Ma in effetti, qual è il significato che si cela dietro questa espressione del “pesce pigliato ca botta”?
Scopriamolo insieme!
Per comprenderne il significato è necessario far riferimento al mondo dei pescatori ed in particolare delle tecniche di pesca.
In un tempo non troppo lontano, accadeva che i pescatori, al fine di catturare il maggior numero di pesci e soprattutto nel minor tempo possibile, utilizzavano la cosiddetta “botta”, o meglio erano soliti buttare in acqua del materiale contenente magnesio, che a contatto col mare provocavano esplosioni.
Sicuramente una maniera piuttosto brutale e assolutamente pericolosa, tanto è vero che questa tecnica è stata dichiarata illegale e colui che se ne serve è perseguibile penalmente in quanto si configura il reato di pesca di frodo.
Ma intanto nei tempi che furono questo accadeva spesso e per effetto dell’esplosione i pesci morivano riportando una rottura della lisca, quindi rammolliti e incapaci di muoversi salivano a galla e dunque catturati velocemente dai pescatori.
Proprio per questo col modo di dire “nu pesce pigliato ca botta” si intende una persona molliccia e lenta negli atteggiamenti, spesso in linea col suo carattere e coi suoi modi di fare…una persona poco sveglia o anche “un baccalà” come si sente in un film di Alessandro Siani.