“Mannaggia a Bubbà “…l’avete mai sentito? Se siete vesuviani sicuramente e non poche volte
La genesi di questo detto è assai antica. Esso, per la sua sonorità e semplicità, è sopravvissuto nel tempo fino ad essere ancor oggi uno dei detti più inflazionati. Non esiste, napoletano o vesuviano che non abbia mai sentito pronunciare o abbia egli stesso esclamato questo folcloristico detto almeno una volta!
Ma in effetti, chi è questo Bubbà?
Come e’ diventato bersaglio di questa popolare imprecazione?
Scopriamolo insieme!
E’ facile da intuire come “Mannaggia a Bubbà” abbia tutta l’ aria di essere una sorte di maledizione. Ma si sa, per il popolo vesuviano non è pensabile la bestemmia e pertanto anche le imprecazioni devono essere pensate e pronunciate nel totale rispetto delle sacre figure del cristianesimo.
Pertanto, in quelle occasioni in cui qualcosa non andava per il verso giusto, era necessario individuare qualcuno da maledire che non fosse ovviamente una divinità: si penso’ quindi ad un certo Bubbà, figura a tratti mitica e grazie alla quale ha avuto origine la “sui generis” esclamazione “Mannaggia a Bubbà”.
Stando alla tradizione popolare, Bubbà sarebbe un personaggio realmente esistito: un tipo molto losco che veniva spesso visto aggirarsi nei bassifondi della città intento a compiere qualsiasi genere di attività che nulla avevano a che fare con il lecito .
Questa cattiva reputazione, frutto delle sue malefatte, ha reso nel tempo la figura losca di Bubbà la causa di ogni evento negativo…insomma se qualcosa di cattivo capitava, se qualcosa di storto accadeva, si poteva esser quasi sicuri che ci fosse il suo zampino.
Per quanto invece attiene all’espressione ‘mannaggia’, sono due le teorie piu’ accreditate sulla sua origine.
Per il saggista Luciano Galassi, l’origine risiede nell’ espressione napoletana “male n’aggia” (che riceva del male), mentre stando a quanto afferma il linguista Massimo Pittau deriverebbe invece dalla parola ‘mannaia’ (dal latino manuarius), ossia quella enorme scure utilizzata dai boia in occasione delle esecuzioni capitali, che avvenivano per mezzo di decapitazione.
L’ espressione “mannaggia a Bubbà” ha avuto anche un suo momento di gloria a teatro grazie ad Eduardo De Filippo .
E’ celebre la parte in cui nell’atto unico del 1929, “Quei figuri di tanti anni fa”, il commendatore Gennarino Fierro tenti di utilizzare questa espressione come parole in codice per farsi passare le carte da Luigino Poveretti con l’unico intento di barare al gioco del Bacarà.