“Ercolano va considerata come una città con il suo volto umano e non come miniera di opere d’arte”, Amedeo Maiuri.
Ci sono persone che riescono a lasciare un segno importante nella storia di un luogo, e riescono a legare indissolubilmente il proprio nome allo stesso.
È il caso di Amedeo Maiuri, figura di primissimo piano per la storia degli scavi archeologici dell’area vesuviana, di Ercolano e di Pompei.
Maiuri nasce a Veroli, nell’attuale provincia di Frosinone. Studia alla facoltà di Lettere dell’Università “La Sapienza” e, successivamente, partecipa ad un concorso per un posto nella Scuola Archeologica di Roma e d’Atene. Riesce a diventare ispettore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Tra il 1913 ed il 1924 viene incaricato per una imponente campagna archeologica in Grecia dove assume altresì la prestigiosa direzione del Museo Archeologico di Rodi.
Al suo ritorno, nel 1924, viene nominato Sovrintendente per le Antichità di Napoli e del Mezzogiorno oltre che Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Con l’assunzione di questi incarichi comincia la storia che legherà il professore all’area vesuviana ed in particolar modo all’area archeologica di Ercolano.
Ad Ercolano Amedeo Maiuri riuscì, compiendo una vera e propria impresa, a far scavare, sin dal 1927, con metodi alternativi a quello dello scavo di cunicoli di stampo ottocentesco, come già fatto per Pompei. In tal modo riuscì a far emergere l’intera città, al netto di quella parte già compromessa dall’edificazione di abitazioni.
Il Sovrintendente partí proprio dalla presa di coscienza dell’ingente e pericolosa pressione abitativa a ridosso dell’area archeologica e fu questo che lo spinse ad intraprendere senza tentennamenti l’impresa archeologica che alla sua figura resterà per sempre legata.
Un grande sogno che Maiuri riuscì ad indirizzare verso la realizzazione attraverso un approccio di grande modernità che prevedeva la strutturazione di una capillare organizzazione di cantiere, studiata in modo da seguire tutte le fasi della campagna di scavo passando per il restauro degli ambienti e sfociando poi in una nuova concezione espositiva contestualizzata nel sito stesso, al fine di offrire al visitatore un’esperienza di visita completa.
Maiuri prestò grande attenzione anche alla comunicazione circa lo svolgimento dei lavori ed i risultati conseguiti, dimostrando una larghezza ed una profondità di vedute davvero straordinaria.
Ercolano riesce così, grazie alla lungimiranza, alla competenza ed alla passione di Amedeo Maiuri, a riemergere, affrancandosi dalla sua complicata storia archeologica ottocentesca e riuscendo finalmente ad affiancare Pompei quale punta di diamante dell’archeologia vesuviana e mondiale.
Anche a Pompei Maiuri dedicò tantissimo impegno, disponendo e portando avanti una campagna costante di attività con l’obiettivo di esplorarne i confini quanto più possibile, di restaurare strutture e connettere gli scavi già emersi. Inoltre, riuscì con la sua perseveranza e competenza a rendere fruibile strutture importantissime come l’Antiquarium e le biglietterie. Dedicò attenzione anche ad altri aspetti quali il miglioramento del sistema di illuminazione del sito archeologico e la sistemazione di aree come i giardini.
L’impegno di Maiuri risultó determinante per l’area archeologica di Pompei e, alla fine del suo mandato, solo un terzo dell’antica città rimaneva ancora non esplorato. Nei terribili mesi del secondo conflitto mondiale Maiuri lavorò alacremente per salvare dai bombardamenti alleati le collezioni archeologiche ed in particolare l’area di Pompei. Purtroppo, nonostante il suo autorevole impegno molti danni furono inflitti al patrimonio di Napoli e dell’area vesuviana.
Dal 1936 assunse anche la cattedra di “Antichità Pompeiane ed Ercolanesi” presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II.
In qualità di Sovrintendente diede grande impulso, oltre che alle aree archeologiche di Ercolano e Pompei, alle campagne di scavo nell’area flegrea, Cuma, Baia e le esplorazioni effettuate nell’amata Capri.
Nella città di Ercolano una splendida villa vesuviana, appartenuta alla famiglia Ravone ed oggi gestita dal Comune, reca il nome di Villa Maiuri. Fino al 1980 la villa è stata la sede del “Centro Archeologico Internazionale Amedeo Maiuri”, punto di incontro di studenti da ogni parte del mondo e centro di promozione culturale e turistica per la città di Ercolano e per l’area vesuviana tutta. Ad oggi, la villa conosce una nuova vitalità ed è sede di numerosi convegni, mostre ed eventi.