La storia ci racconta che nel 500 i Padri Carmelitani del Carmine Maggiore di Napoli edificarono, a Torre del Greco, una chiesa dedicata alla Madonna del Carmine e un annesso convento.
La posizione di tale chiesa era posta laddove si usciva dalla città in direzione di Torre Annunziata.
Si narra che i monaci tornarono a Napoli quando nel 1631 ci fu una forte eruzione del Vesuvio e, di male in peggio, a metà del 1600 arrivò la peste, durante la quale la zona posteriore alla chiesa fu adibita a fossa comune per gli appestati.
Passato il brutto periodo della peste, la chiesa pian piano tornò al suo antico splendore, ma nonostante ciò, i frati del Carmine Maggiore di Napoli si rifiutarono di ritornare. Nel 1672, al loro posto arrivarono i carmelitani di S. Maria della Vita alla Sanità.
Nelle eruzioni del 700, chiesa e convento furono risparmiate o al massimo subirono solo qualche danno. Con la distruzione della chiesa di Santa Croce nell’eruzione del 1794, la chiesa di Santa Maria del Carmine divise con quella di Santa Maria di Costantinopoli, il ruolo parrocchiale fino alla ricostruzione di S. Croce.
Fu proprio dalla chiesa di Santa Maria del Carmine, che la domenica del 5 giugno 1796, partì la processione guidata dal vice parroco Vincenzo Romano per la cerimonia della posa della prima pietra di S. Croce.
Il convento fu soppresso nuovamente dal decreto di Murat all’inizio del 800 con successiva chiusura della chiesa.
Solo grazie a don Crescenzo Ascione, dopo due anni fu riaperta la chiesa e il convento divenne sede del comune fino al 1878, quando si insediò la “Scuola di Incisione del Corallo e di Disegno Artistico Industriale”.
Ad inizio del 900 ci furono altri lavori alla chiesa, che nel 1929 divenne parrocchia con parroco don Michele Di Rosa.
La chiesa è di stile barocco napoletano. Una sola navata, con tre cappelle su ciascun lato. La volta a botte ha tre affreschi dei pittori Vinciano e De Rose, dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, fra cui il “Trionfo della Madonna del Carmelo”. Sull’altare maggiore c’è l’antico quadro della Madonna col Bambino, copia di quello del Carmine di Napoli.
Sul lato sinistro della navata, il varco di una porta sormontato da un busto di San Gennaro mostra un masso di colata lavica dell’eruzione del 1737 che proprio lì si pietrificò. Una targa ricorda l’accaduto.