La Villa Favorita di Ercolano è situata in Corso Resina che è parte integrante del tratto denominato Miglio d’Oro. È una delle più sontuose ville vesuviane del XVIII secolo. Realizzata nel 1768 da Ferdinando Fuga, nel 1792 fu acquistata da Ferdinando IV di Borbone che la destinò a residenza reale e successivamente vi trasferì l’Accademia degli Ufficiali di Marina.
Nel 1799 la villa fu restaurata e abbellita e il parco fu ampliato fino al mare con l’acquisizione della casina dei Zezza e la realizzazione di un approdo per consentire l’accesso dal mare. A seguito degli eventi che portarono alla nascita e alla caduta della Repubblica Partenopea, Ferdinando IV fece ritorno a Napoli da Palermo sbarcando al molo della Favorita il 27 giugno 1802. Il re donò la villa al suo secondogenito Leopoldo, principe di Salerno, che realizzò un nuovo corpo di fabbrica adiacente, scuderie e depositi ma soprattutto la impreziosì con giochi, esposti ora al Palazzo Reale di Caserta, e intrattenimenti alla moda tra cui balançoires a foggia di cavallo, barca e sedia e la palazzina delle montagne russe e lo rendeva accessibile ai sudditi nei giorni di festa.
Villa Favorita divenne di fatto “il luogo delle feste reali”.
Anche durante il regno di Gioacchino Murat, la villa fu utilizzata dal sovrano francese in occasione di feste di corte. Con il ritorno dei Borbone, villa Favorita fu nuovamente restaurata e ridecorata da Enrico Alvino per volontà di Ferdinando II.
Tra il 1879 e il 1885 il governo italiano ospitò Ismāʿīl Pascià, deposto Kedivè d’Egitto venuto in esilio in Italia. Molti ambienti del primo piano furono decorati in uno stile orientale “alla turca”.
Nel 1893 la villa fu acquistata dal demanio dalla principessa di Santobuono che la tenne fino al 1936 e tornò al demanio per essere poi destinata ad usi militari. La sezione del parco sul mare fu ceduta a privati e da allora ha seguito un corso di eventi indipendenti dal resto della villa.
Nell’immediato dopoguerra ospitò il convitto dei Salesiani per l’educazione e l’assistenza agli orfani di guerra. Attualmente è di proprietà del Ministero di Grazia e Giustizia ed appartiene alla Scuola Superiore di Polizia Penitenziaria.
Villa Favorita dal punto di vista artistico ed architettonico presenta i seguenti elementi che la rendono affascinante ed accogliente:
presenta una facciata a due piani scandita da coppie di lesene e interrotta dai due portali laterali in piperno e dalle due finestre centrali di cui quella superiore, in corrispondenza del salone ellittico, apre su un balcone anch’esso in piperno ed è sormontata da stemmi nobiliari. Ma l’elemento più significativo è la grande scala semicircolare in pietra che si apre sulla facciata posteriore, mettendo in comunicazione la terrazza dinanzi al grande salone ellittico con il parco retrostante.
L’apparato decorativo interno è molto interessante perché frutto dell’alternarsi di stili e gusti dei proprietari che si sono succeduti. Philip Hackert dipinse tra il 1787 e il 1797 le vedute dei porti del Regno di Napoli (trasferiti nel 1879 alla Reggia di Caserta), mentre le sale al primo piano furono ridecorate in stile arabeggiante in occasione soggiorno di Ismail Pascià. Al secondo piano vi sono ambienti decorati in stile cinese. Il salone centrale era decorato con un grandioso pavimento a mosaico in marmo.
Le valorizzazioni apportate dal susseguirsi di illustri proprietari fanno sì che oggi Villa Favorita sia una della “gemme” più preziose di cui può fare sfoggio il Miglio d’Oro.